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Tecnologia

Windows, ma cosa mi combini? L’IA che promette di aiutarti… e Microsoft che invita a spegnerla

I nuovi agenti IA di Windows 11 possono modificare il PC in autonomia, ma Microsoft avverte: rischi di malware e sicurezza in pericolo.

Se c’è una cosa che Microsoft sta facendo, in maniera anche discretamente spregiudicata, è cavalcare l’onda dell’intelligenza artificiale. Lo stiamo vedendo ovunque: su Office, su Edge, su Copilot e ora anche nel cuore di Windows 11, che si prepara ad accogliere una nuova generazione di “agenti IA” capaci di intervenire direttamente sul sistema operativo, modificare impostazioni, ottimizzare processi e persino risolvere problemi senza che l’utente muova un dito (Salvatore Aranzulla, allora questa IA ce l’ha proprio con noi…).

Windows, ma cosa mi combini? L’IA che promette di aiutarti… e Microsoft che invita a spegnerla – pstsa.it

Fin qui, tutto molto futuristico. Il problema è che, questa volta, è la stessa Microsoft a frenare: per ora meglio non attivarle questi agenti.

Il paradosso è evidente. Da una parte l’azienda spinge Windows 11 come piattaforma ideale per la nuova era dell’IA, dall’altra ammette che questi strumenti introducono rischi reali di sicurezza, tra cui la possibilità – inquietante – che proprio l’intelligenza artificiale installi software malevolo sul computer dell’utente.

Una contraddizione che racconta bene il momento delicato che vive la tecnologia: si corre velocissimi verso l’automazione totale ma questa stessa automazione pare ci stia portando a buttarci nell’ignoto.

Agenti intelligenti, autonomia totale (con brivido)

Questi nuovi agenti IA non sono semplici assistenti vocali o suggeritori di testo. Sono entità software con una propria “identità” all’interno del sistema, dotate di accessi dedicati e autorizzazioni specifiche. Possono leggere e scrivere in cartelle come Documenti, Desktop o Download, interagire con elementi dell’interfaccia e prendere decisioni operative.

Microsoft assicura che ogni azione rilevante sarà tracciata e, in teoria, approvata dall’utente. Ma il nodo critico sta proprio nel comportamento imprevedibile dei modelli di intelligenza artificiale. In alcuni casi, spiegano da Redmond, possono verificarsi le cosiddette (e ormai discretamente note) “allucinazioni”, ovvero risposte errate o interpretazioni sbagliate dei comandi ricevuti.

Il rischio è quindi che un contenuto malevolo nascosto in un documento, in una pagina web o in un’interfaccia grafica riesca a manipolare l’agente IA inducendolo a compiere operazioni dannose, come l’invio non autorizzato di dati personali o l’installazione di malware. Una minaccia nota nel mondo della sicurezza informatica come “iniezione di prompt” o, nella sua forma più avanzata, XPIA (Cross Prompt Injection Attack).

In pratica: un software nato per semplificarti la vita potrebbe diventare, inconsapevolmente, il tuo peggior nemico, come nelle peggiori distopie.

L’IA decide al posto tuo: comodità o pericolo?

Il concetto alla base è affascinante. Un sistema operativo che capisce cosa ti serve, anticipa le tue esigenze, ottimizza prestazioni, corregge errori e personalizza l’esperienza in maniera intelligente. È il sogno di un computer “proattivo”, che non aspetta comandi ma agisce.

Eppure, proprio questa autonomia è ciò che genera maggiore diffidenza. Non siamo più davanti a un programma che esegue istruzioni rigide, ma a un’entità che interpreta il contesto, elabora scenari e sceglie la soluzione che ritiene più adatta. Se sbaglia, le conseguenze possono essere gravi – anche a livello di potenziali falle di sicurezza.

Secondo diversi esperti di cybersecurity, il problema principale non è tanto l’intelligenza artificiale in sé, quanto la sua integrazione profonda a livello di sistema: quando un agente ha accesso diretto alle configurazioni di Windows, la soglia di rischio si alza inevitabilmente.

Non a caso, Microsoft suggerisce prudenza: meglio attendere, valutare gli sviluppi, aggiornare le difese e capire come evolverà questa tecnologia prima di darle carta bianca. (E se ce lo dice Microsoft in persona, tanto vale fidarci).

Published by
Rocco Di Vincenzo