Gennaro Gattuso a ruota libera dopo il sorteggio per i playoff per accedere ai Mondiali del 2026: nonostante la fortuna, grande umiltà.
Riusciranno i nostri eroi ad evitarci la figuraccia di seguire il terzo mondiale consecutivo da spettatori, come fossimo una nazionale di secondo piano? Lo scopriremo a fine marzo, quando andremo a giocare i playoff – dopo le traumatiche esperienze in vista dei mondiali del 2018 e del 2022, quando ci fecero fuori Svezia e Macedonia del Nord.

Il cammino, questa volta, sembra particolarmente clemente: l’Italia dovrà affrontare l’Irlanda del Nord in semifinale (in casa, il 26 marzo) ed eventualmente la vincente fra Galles e Bosnia in finale (in trasferta, il 31 marzo).
Nonostante ciò, in molti sembrano temere queste avversarie – e in particolar modo la trasferta che si prospetta in caso di finale (finale che è pressoché un obbligo morale per gli azzurri: qualora dovessero essere eliminati, parleremmo probabilmente del fallimento più fragoroso degli azzurri). E anche Gattuso non sembra discostarsi poi troppo da questo sentimento popolare.
Gennaro Gattuso e le parole post sorteggio, tra stage, pausa pre playoff e Chiesa
Il ct della Nazionale Gennaro Gattuso ha infatti parlato dopo il sorteggio dei playff per la qualificazione ai Mondiali del 2026 ai microfoni Sky e Rai, non tradendo particolare fiducia.
Le insidie potrebbero partire già dalla semifinale contro l’Irlanda del Nord: “Squadra fisica, con mentalità che non molla mai. Dobbiamo giocarcela, lo sapevamo. Sappiamo qual è il nostro percorso e che dobbiamo migliorare. Una squadra che sicuramente è alla nostra portata, ce la giochiamo in una partita secca. Sono molto forti fisicamente e giocano sulle seconde palle tantissimo. Servirà una grande partita ma ce la possiamo giocare“.
Quindi, sull’eventuale finale con Galles o Bosnia – e conseguente trasferta: “Bisogna commentare solo la partita contro l’Irlanda del Nord, dove ci giochiamo tutto. Poi vedremo, ci sarebbero due ambienti totalmente diversi. Ma per il momento non ne parliamo”.
Sollecitato sui problemi difensivi (visti dalla prima all’ultima partita con Gattuso in panchina), il tecnico calabrese ha risposto così: “Il problema non è tattico e tutti i moduli hanno pro e contro. Ora dobbiamo lavorare sulle fragilità per non prendere più gol come quelli presi contro la Norvegia. Studieremo gli avversari, il modo in cui dovremo affrontali e vediamo di fare medo danni possibili”.
Qualche parola un eventuale stage prima di marzo: “Non dipende da me, io faccio l’allenatore. Per queste cose ci sono altre persone che se ne occupano, c’è il presidente. Non sta a me decidere. Abbiamo un Presidente che si occupa di questa roba qua. E’ normale che più tempo abbiamo per stare insieme meglio è. Ora siamo alla undicesima giornata ci rivedremo a giochi fatti alla trentesima. Il mio compito è stare a contatto con i ragazzi, parlarci, di argomenti non solo relativi al calcio”.
E sull’eventuale stop al campionato in occasione dei playoff: “A preoccupare di più è il calendario intasato? Parlando anche con qualche collega, come Montella, ho capito che in Turchia per esempio verranno giocate le coppe europee ma il campionato si fermerà”.
Infine, su Federico Chiesa, assente poi non troppo giustificato ormai da svariati match: “Se ci sarà? Continuate a chiedermelo, ma non dipende da me. Dipende da lui. Il problema è di Chiesa, lo sapete bene. Io lo chiamo sempre, ci parlo prima delle convocazioni, ma il problema non è Gattuso che non lo vede. Il problema ce l’ha lui”.



